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AUDIOGUIDA DI BOLOGNA scaricabile come App: Giracittà (giracitta.eu) di seguito il solo testo dell'introduzione con la STORIA DI BOLOGNA |
Benvenuti a Bologna, città ricca di storia, cultura e di tante opportunità. Gli aspetti che la caratterizzano, infatti, sono variegati e chiunque può trovare soddisfazione ai propri interessi: dalla musica al teatro, dalla gastronomia alla meccanica, dal cinema allo sport. Il ruolo chiave della città, comunque, può essere considerato la sua posizione di snodo viario, di punto di passaggio e di incontro tra culture diverse che hanno sempre trovato integrazione grazie al carattere pragmatico e bonario dei suoi abitanti. L’antichità abitativa, poi, costituisce quasi un record: 850.000 anni di presenza umana! Nel IX secolo a.C. troviamo una comunità organizzata in un’area molto vasta, che viveva in gruppi di semplici capanne, ma già progredita e con un alto tenore di vita. Questa fase viene chiamata villanoviana, dal luogo dove furono trovati i primi reperti, tra San Lazzaro e Villanova. I Villanoviani sono stati i precursori della civiltà etrusca, che diede vita a importanti città tra Toscana, Umbria e Lazio. La necessità per gli etruschi di commerciare con i Celti del centro Europa e con Atene, proprio nel momento del maggior splendore classico della polis greca (il V secolo a. C), convinse i villaggi di questo territorio a dare vita ad una città in muratura, chiamata Vèlsna o Fèlsina, che aveva il compito di gestire i collegamenti tra l'Etruria del sud, i valichi alpini al nord e il porto di Spina, tra Comacchio e Ravenna. Dal nord arrivava l’ambra, mentre attraverso il Mare Adriatico venivano scambiati i prodotti alimentari etruschi con i vasi greci decorati e contenenti olio e vino. Esistono alcune leggende che vogliono Fèlsina fondata dai leggendari eroi Ocno oppure Tarconte, che Virgilio racconta combattere al fianco di Enea, o ancora dall'etrusco Fero, che aveva una figlia chiamata Fèlsina ed una amata di nome Àposa, da cui presero appunto il nome la città e il torrente che la delimitava a est. Il nucleo abitato venne collocato su di una leggera altura formata dai residui alluvionali del torrente Aposa e ancora si nota la pendenza che porta verso il centro di Piazza Maggiore. I colli, propaggini dell’Appennino, lodati dallo scrittore francese Stendhàl per la loro bellezza, fanno da cornice alla città. La pace con i Celti fu interrotta dall’incursione dei Galli Boi, che si stanziarono nella pianura padana. La città etrusca decadde, ma gli invasori perfezionarono le tecniche di lavorazione degli insaccati che rendono Bologna ancora oggi famosa, con l’appellativo “la grassa”. La città cambiò nuovamente con l'espansione dei romani che, il 30 dicembre del 189 a.C., la rifondarono lungo l’asse della VIA EMILIA con il nome di BONÒNlA. La nuova denominazione del centro urbano deriva forse dal nome dei galli Boi, oppure dai termini BONA, che per i Celti indica una costruzione, o BONUS che per i latini ha un senso benaugurale. Dell'età imperiale abbiamo i resti delle terme, di un grande teatro e di un lunghissimo acquedotto sotterraneo, che in parte rifornisce ancora di acqua la città e la fontana del Nettuno. Bononia venne progressivamente distrutta dalle guerre tra i diversi imperatori romani, finché i vescovi Ambrogio e Petronio la riorganizzarono come un abitato molto piccolo, protetto da 4 croci cristiane e, in seguito, da spesse mura. Si succedettero, poi, gli assalti dei barbari, il dominio dei bizantini, dei longobardi e dei franchi di Carlo Magno, il quale donò il possesso della città al Papa. La ribellione al Sacro Romano Impero portò alla nascita del libero Comune di Bologna nell'anno 1116, tra i primi in Italia. Gli imperatori germanici perdonarono la città, accordandole anche concessioni speciali, in virtù dell'importanza degli studi giuridici che vi si tenevano. Secondo la tradizione, infatti, a Bologna erano custoditi i codici delle leggi romane di Giustiniano e qui era stata fondata la prima università occidentale, ancor prima dell'anno 1088, indicato da Carducci come data di nascita ufficiale. La città si arricchì grazie alla presenza di facoltosi studenti provenienti da diversi luoghi d'Italia e del resto d'Europa, ma anche attraverso la lavorazione della seta, utilizzando dei mulini mossi dall’acqua di canali naturali e artificiali. Questi corsi d’acqua scorrono oggi sotto il piano stradale. La crescita economica portò ad un allargamento di Bologna, con una seconda e poi una terza cinta muraria, rendendola una delle più grandi città europee. Questo periodo di prosperità attirò l’interesse degli ordini predicatori, che dal '200 circondarono il centro con importanti complessi monastici, fin a contarne ben 96. Nella letteratura, intanto, eccellevano il bolognese Guido Guinizelli e gli studenti universitari Dante e Petrarca. Il '300 vide fiorire un’importante scuola pittorica, che si contrappose per esuberanza alla compostezza di quella giottesca. Nel Rinascimento si affermò il predominio della Signoria dei Bentivoglio, che trasformarono la città, modificando le case di legno in edifici di pietra arenaria e soprattutto di terracotta, il cui colore rossiccio domina ancora le strade. Nel 1508 il papa Giulio II conquistò Bologna, conferendole il rango di seconda città dello Stato Pontificio. L'arte esplose con la nascita del Barocco grazie alla famiglia dei Carracci e dei loro allievi, su tutti Guercino e Guido Reni. Chiese e palazzi nobiliari si arricchirono di decorazioni e il Bibièna progettò il teatro comunale; anche la musica, infatti, dominava la vita cittadina e nel '700 studiarono a Bologna Mozart, Rossini e Donizetti, mentre il cantante Farinelli vi abitò in una lussuosa villa, poi distrutta. Ma tutto questo sfarzo era mera apparenza, che non poteva nascondere la realtà, in quanto il dominio papale e i dissidi con i nobili locali avevano fatto lentamente decadere l'economia cittadina e la libertà degli insegnamenti universitari. Una parentesi di libertà si sperimentò con l'arrivo di Napoleone, quando Bologna venne per alcuni mesi considerata capitale della Repubblica Cispadana. La sconfitta di Napoleone e il ritorno sotto al dominio pontificio fecero sfociare l’insofferenza dei bolognesi, che per primi si ribellarono alla dominazione austriaca: l'8 agosto 1848 si verificò nella piazza del mercato della Montagnola una sommossa popolare a forza di pietre e bastoni. Nel frattempo l'università annoverava tra i suoi docenti Pascoli e il suo maestro Carducci, di cui si possono visitare casa e biblioteca. L'inizio del XX secolo vide primeggiare Guglielmo Marconi e l'invenzione del telegrafo senza fili. Ma il Novecento a Bologna fu anche caratterizzato da sparatorie in Piazza Maggiore tra socialisti e fascisti, dall'attentato a Mussolini in via Indipendenza, da lunghi mesi di combattimenti lungo la "linea gotica", da pesanti bombardamenti americani nel ‘44 e dallo sterminio nazista di Marzabotto. Finalmente il 21 aprile 1945 un generale alleato polacco entrò in città da liberatore. Dopo la fase della rinascita economica, con le piccole e medie industrie alimentari e meccaniche bolognesi in prima fila, altri fatti violenti scossero il tessuto civile, con le rivolte studentesche, la strage alla stazione del 2 agosto 1980 e la presenza di bande terroriste, culminate nell'assassinio di Marco Biagi in una via dell'ex ghetto ebraico. L’università di Bologna mantiene una importanza di livello mondiale, mentre la cultura popolare è assicurata dai tanti cantanti di musica leggera, come Gianni Morandi e Lucio Dalla. L’economia è messa in luce dall’importante polo fieristico ed un fiore all'occhiello è il Centergross, maggiore centro di scambio commerciale in Europa. Il numero degli abitanti (370.000) viene incrementato, ora come un tempo, da tanti stranieri e dagli studenti dell’università, che sfiorano le 100.000 unità. L’itinerario di questa guida inizia da Piazza Maggiore, prosegue toccando i principali monumenti del centro storico - uno dei più grandi e meglio conservati d’Europa - e termina nella basilica di San Francesco. Durante il percorso saranno affrontati altri argomenti storici e culturali che arricchiscono Bologna e non bisogna dimenticarsi di osservare sempre attorno a se’ il panorama offerto dai portici, con giochi di prospettiva ed effetti di luce e ombra, oltre all’insieme delle strade, che lo storico Burckhardt definì come il più bello d’Italia. Paolo Beretti nell'anno 2008 |